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Possiamo valorizzare il cibo sprecato o scartato?

Abbiamo visto negli articoli precedenti tutte le fasi della catena agroalimentare dal punto di vista della sostenibilità, evidenziando l’impatto che ognuna di queste ha sull’ambiente e le strategie per ridurlo quando possibile.

Siamo arrivati all’ultima fase del ciclo di vita di un alimento, quale?  

Lo smaltimento dei rifiuti alimentari.

Tutto il cibo perso lungo la filiera alimentare e quello sprecato poi in fase di consumo deve alla fine essere eliminato danneggiando inevitabilmente l’ambiente.

Gran parte dei rifiuti alimentari viene raccolto e spedito verso la discarica o l’inceneritore.

In discarica, i rifiuti si decompongono e contaminano il suolo e l’aria, danneggiando l’ambiente e le comunità circostanti. La decomposizione anaerobica (in assenza di ossigeno) del materiale organico rilascia emissioni di metano (CH4), un gas serra dannoso per l’ambiente, nonché tra i principali contribuenti del cambiamento climatico. Rilascia inoltre sostanze chimiche altamente tossiche che impregnano le falde acquifere e impattano sulla fertilità del suolo delle aree circostanti.

Gli inceneritori bruciano i rifiuti per ottenere calore e vapore da convertire in energia, provocando però emissioni di gas serra. Gli inceneritori emettono più anidride carbonica (CO2) per unità delle centrali elettriche a gas naturale e a carbone. Inoltre rilasciano 3 volte più diossido di azoto (NO2)  e 28 volte più diossina degli impianti a carbone per produrre la stessa quantità di energia. Le ceneri tossiche pesanti e le ceneri volatili sono residui che danneggiano ulteriormente l’ambiente se non smaltiti correttamente. Quindi da una parte producono energia, dall’altra impattano su persone ed ambiente. 

Insomma, è chiaro che sia la discarica che l’inceneritore sono le peggiori opzioni a cui possiamo ricorrere per risolvere il problema dello spreco alimentare.

In un sistema alimentare circolare, il cibo sprecato rappresenta una risorsa importante, disponibile in grandi quantità, che può essere riutilizzata e riciclata per acquisire nuovo valore.

I rifiuti alimentari infatti possono essere:

  1. riutilizzati come mangime per gli animali,
  2. riciclati in compost da impiegare come fertilizzante
  3. riciclati in biogas da impiegare come energia.

1. I mangimi

Il consumo di carne e latticini è sempre in crescita: più se ne richiede, più se ne produce, a discapito delle risorse naturali e del clima del pianeta. 

Riutilizzare il cibo scartato o perso lungo la filiera alimentare per nutrire gli animali allevati, invece di coltivare cereali o legumi in aree che altrimenti ospiterebbero foreste pluviali, permette di risparmiare risorse ed aree coltivate.

È quindi una importante opzione per diminuire la pressione ambientale degli allevamenti.

Le coltivazioni proteiche (principalmente di soia) in Europa permettono di sfamare solo in minima parte gli animali allevati, il resto viene importato. Utilizzare risorse alternative europee avrebbe quindi diversi vantaggi.

Ma dove possiamo trovare queste risorse? Vediamo alcuni esempi:

  • dagli scarti della lavorazione della carne è possibile recuperare proteine e, allo stesso tempo,  espellere un sottoprodotto che può essere utilizzato come biodiesel.
  • dagli scarti della lavorazione del latte è possibile recuperare proteine del siero/peptidi, lattosio e sali minerali da impiegare come integratori

Il recupero dei sottoprodotti e degli scarti dell’industria alimentare ha quindi un enorme potenziale nella produzione di mangimi animali e di ingredienti e alimenti funzionali.

2. Il compost

Negli impianti industriali, il compost viene prodotto dagli scarti e dai rifiuti alimentari attraverso un processo che riproduce, accelerandolo, quello che avviene normalmente in natura.

Le tecniche di compostaggio prevedono la decomposizione dei rifiuti organici in ambienti chiusi e a temperatura, ossigeno e umidità controllati.

Il processo di decomposizione aerobica (con ossigeno) da parte dei microrganismi trasforma la materia organica in un prodotto, il compost, con liberazione di anidride carbonica (CO2), acqua e calore. 

La ricchezza in flora microbica attiva e in microelementi fa del compost un ottimo prodotto  utilizzabile come fertilizzante organico, adatto a svariati impieghi in particolare nel settore dell’Agricoltura.

Il compost arricchisce il suolo di sostanza organica, migliora la fertilità del terreno e lo aiuta a trattenere l’umidità; inoltre aiuta le piante a crescere riducendo malattie e parassiti.

La valorizzazione dei rifiuti organici, tramite il compost, ci permette di non sprecare risorse, sequestrare carbonio dall’atmosfera  (carbon farming), ridurre l’uso dei fertilizzanti di sintesi e ridurre il quantitativo di rifiuti destinati alla discarica. Di conseguenza ci permette di ridurre le emissioni e il nostro impatto sull’ambiente.

Possiamo valorizzare il cibo sprecato o scartato?

3. Il biogas

Scarti e sottoprodotti dell’industria alimentare, scarti agricoli, rifiuti degli allevamenti e rifiuti organici possono essere tutti riciclati per acquisire nuovo valore in forma di biogas da impiegare per produrre energia. 

La materia organica (vegetale o animale) viene decomposta dai microrganismi, in un ambiente senza ossigeno, in un processo chiamato digestione anaerobica.

Questo processo produce una miscela di gas, costituita principalmente da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2), e da una piccola quantità di idrogeno (H2), che prende il nome di biogas

Il biogas ottenuto dai rifiuti organici è un combustibile rinnovabile, che può essere impiegato per produrre energia essenzialmente in due modi

  • il biogas può essere convertito in energia elettrica e termica, sfruttando la sua combustione negli impianti di recupero energetico.
  • il biogas può essere sottoposto ad un processo di rimozione dei gas presenti nella miscela gassosa (detto “upgrading”) che consente di recuperare il biometano, un biocarburante con qualità simili a quelle del gas naturale, che può quindi essere immesso nella rete del gas naturale ed essere utilizzato per il riscaldamento e la cottura dei cibi oppure può essere utilizzato come combustibile per gli autoveicoli a metano.

Il biogas costituisce quindi un’alternativa “verde” rispetto ai combustibili ottenuti da fonti fossili tradizionali, quali per esempio petrolio e carbone.

Infine il processo di decomposizione anaerobica trasforma la materia organica in un prodotto secondario, il digestato, che può essere utilizzato direttamente in agricoltura come fertilizzante organico oppure sottoposto ad una fase di compostaggio aerobico per essere ulteriormente stabilizzato.

Dallo stesso processo è quindi possibile ottenere sia fertilizzante che energia.

Il biogas è una risorsa che può garantire l’autonomia energetica e la riduzione dell’inquinamento dell’aria e quindi dell’effetto serra.

Possiamo valorizzare il cibo sprecato o scartato?

Purtroppo, ancora oggi, in Europa meno della metà del cibo scartato o sprecato viene riutilizzato per alimentare gli animali o riciclato in biogas o compost. 

Ma fortunatamente sempre più aziende si stanno muovendo in questa direzione e stanno cercando di valorizzare il cibo sprecato, che sta diventando una preziosa risorsa all’interno di sistemi alimentari sostenibili e circolari.
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